Il ruolo della comunità parrocchiale nelle periferie della città

Una chiesa pellegrina tra le case

È nata così la Parrocchia “San Filippo Smaldone”, con una connotazione quasi peregrinante.
Mi sento di dire che è poi cresciuta con la vita dei fedeli, che hanno condiviso attese e speranze con il loro Parroco, Don Giovanni Serio, la cui “stabilitas loci” ha favorito lo sviluppo della costruzione ma soprattutto della vita di fede della comunità.
D’altra parte la centralità della Parola, la pratica dei sacramenti e il servizio di carità sono doni che vengono dall’alto: è parola di Dio rivelata che illumina, è azione sacramentale che dona la grazia santificante, è forza dello Spirito che sveglia il cuore alla passione missionaria verso fratello, vicino e lontano che sia.
In questo cammino di vita di fede, ci si domanda: quale incidenza ha dal punto di vista pastorale una Chiesa dedicata al Santo adottato da Lecce, San Filippo Smaldone? La santità è vocazione comune di ogni cristiano ma ogni a Santo, nel suo imitare e Cristo, coglie una parola
del Vangelo che trasforma in programma di vita; per il nostro Santo, fondatore di una Istituzione benemerita nel mondo, la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, la parola-chiave è l’Effatà di Cristo al sordo, dove la sordità non è una categoria solo fisiologica ma teologica.
Siamo sordi e ciechi se non ascoltiamo e viviamo la Parola di Dio. Questa Parrocchia, unica nel mondo dedicata al Santo della carità, è stata voluta e realizzata dal compianto Arcivescovo Mons. Cosimo Francesco Ruppi, pochi anni dopo la canonizzazione di San Filippo per il suo zelo sacerdotale e per l’incisiva opera di riabilitazione nel Meridione d’Italia a vantaggio dei sordomuti.
Il cammino che, ancora oggi, il Santo indica alle Suore custodi del suo carisma e ai parrocchiani che gli sono devoti, è una Chiesa in esodo per ascoltare il gemito del mondo e la prossimità all’altro, per vivere il Vangelo della carità concreta, quella carità che si sporca le mani e riabilita il fratello nella dignità di persona e figlio di Dio. Serve però l’apertura del cuore, la disponibilità ad un servizio di condivisione, di amore gratuito e disinteressato, frutto della Parola che illumina la nostra vita: “La tua Parola è lampada ai miei passi. Luce sul mio cammino” (Sal 119,105), e dell’azione sacramentale che santifica e abilita al dono di sè.
Il 15 marzo 2009 si inaugurava il nuovo tempio. A dieci anni da quel giorno, il 15 marzo 2019, come comunità, insieme al Pastore della Diocesi Mons. Michele Seccia e al Parroco Don Giovanni Serio, rendiamo grazie a Dio per gli innumerevoli benefici ricevuti e per l’azione pastorale di Don Giovanni che, da fedele amministratore della Parola e dei sacramenti, ha cooperato alla costruzione della Chiesa viva. Non quella di pietre ma di carne, la Chiesa del popolo di Dio pellegrino sulla terra, forte delle armi con cui difendersi dal male e partecipe della grazia per avanzare vivere l’essenziale per contemplare la bellezza e la verità nell’orizzonte dell’amore pieno in Dio.
Hoc est in votis!

Suor Ines De Giorgi
Superiora Generale Suore
Salesiane dei Sacri Cuori